La crisi come opportunità di investimento

Di seguito l'articolo scritto per la newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza sulla crisi come opportunità di investimento.
Articoli | 21 Aprile 2017
Torna alle notizie
Notizie

Per angusta ad augusta è un detto latino che ben si addice alle aziende che dalla crisi ritornano al successo. Immaginare infatti che dalle ceneri di un’azienda possa rinascere una nuova realtà, è difficile almeno quanto identificare nella crisi un’opportunità di investimento.

Eppure, fortunatamente, la realtà dei fatti non smentisce: basti pensare ai casi La Perla, Gruppo Ferretti, Isa Yacht, Berkel, Braccialini, tutte imprese che sono ripartite attraverso l’intervento di un soggetto investitore e attraverso il ricorso allo strumento del concordato preventivo in continuità indiretta.

Questo strumento della Legge Fallimentare permette all’azienda in crisi di cedere un proprio ramo d’azienda ad un soggetto terzo affinchè con l’importo incassato dalla cessione possa rimborsare i propri creditori. La cessione del ramo viene solitamente preceduta da un periodo di affitto in modo tale che non ci siano interruzioni nella continuità aziendale ma fin da subito l’attività prosegua in capo al futuro acquirente al fine di garantire una tempestiva ripresa.

Il ramo d’azienda oggetto di cessione (detto Newco) è costituito solo dai componenti attivi dell’azienda in crisi quali il magazzino, il “Know-how”, l’avviamento, il marchio, i cespiti, i dipendenti; l’azienda in crisi (detta Oldco) mantiene invece i propri debiti che saranno ripagati attraverso quanto sarà incassato dalla cessione del proprio ramo.

La cessione del ramo d’azienda è un’opportunità per i numerosi soggetti coinvolti nella crisi: per l’azienda in dissesto, perchè la cessione permette di valorizzare al meglio quanto di buono è rimasto in azienda dal punto di vista dei dipendenti, del know-how, del marchio, del portafoglio clienti, nonché delle potenzialità rimaste inespresse a causa del momento di difficoltà; per i creditori, perché l’alternativa fallimentare spesso significa perdere ogni speranza di rimborso; per i dipendenti e le aziende dell’indotto, perché viene mantenuta la continuità di collaborazione; per il soggetto investitore, perché le aziende in crisi rappresentano un’opportunità difficilmente replicabile in altri contesti.

Il valore del ramo d’azienda sarà determinato sulla base degli attivi acquistati e sulla base dello stato di crisi aziendale. Il valore potenziale del ramo risulta inespresso perchè oscurato dal momento di crisi. Pertanto, se l’acquirente investitore sarà in grado di rilanciare l’azienda, potrà beneficiare di un’importante apprezzamento del proprio investimento.

Non si tratta ovviamente di un investimento adatto a tutti: chi acquista aziende in difficoltà deve saper intravvedere le opportunità dello sviluppo post crisi, deve saper intuire il potenziale racchiuso nel dissesto, deve possedere le capacità di mettere in atto una profonda azione di ristrutturazione operativa ed essere in grado di assumersi il rischio della sfida. Per chi è in grado di gestire tali operazioni, il rischio assunto si tramuterà in un ottimo affare.

Un’altra importante opportunità per l’investitore di un ramo d’azienda acquisito da una procedura di concordato preventivo è rappresentato dal fatto che viene acquistata una realtà aziendale che può essere definita una “start up matura”: il fatto che il ramo d’azienda sia costituito solo dagli attivi della società in crisi significa acquistare un’azienda libera dai debiti (perché rimangono nella Oldco e saranno oggetto di procedura concorsuale) ma forte della tradizione, del nome, dell’esperienza, del portafoglio clienti e della conoscenza delle regole del mercato in cui l’azienda in crisi operava.

Inoltre, l’acquirente ha la possibilità di ridisegnare il ramo d’azienda che andrà ad acquisire, selezionando gli assets migliori al fine di superare le inefficienze della precedente gestione, con l’obiettivo di costruire un ramo d’azienda in grado di generare reddito.

Spesso gli investitori che intraprendono queste operazioni sono aziende concorrenti presenti nel medesimo settore al fine di incrementare la propria presenza sul mercato oppure imprese che vorrebbero penetrare in un mercato in cui ancora non sono presenti. Anche numerosi fondi privati di investimento hanno saputo cogliere l’opportunità finanziaria di queste forme di investimento.

E’ giusto ricordare che l’entusiasmo per queste operazioni deve fare i conti con le regole delle procedure concorsuali e la rigidità normativa. Solo per citare alcuni esempi, i rami di azienda sono oggetto di valutazione e il meccanismo di vendita passa attraverso un’asta competitiva indetta dagli Organi della Procedura del Tribunale di riferimento; l’offerta di acquisto deve obbligatoriamente essere garantita attraverso garanzie reali e le tempistiche sono quelle dettate dalle norme fallimentari.

Dal punto di vista dell’imprenditore in crisi, la cessione a terzi della propria azienda rappresenta un momento critico che deve essere letto come una continuità e come l’opportunità di salvare quanto è riuscito a costruire. La scampata cessazione dell’attività aziendale a favore della continuità di impiego dei propri dipendenti è già di per sé un motivo sufficiente a vedere in ottica positiva il passaggio dell’azienda ai terzi.

Torna alle notizie
Cambia colore