Il controllo di gestione: dalla legge delega per la riforma della crisi d’impresa un’occasione da non perdere.

Di seguito l'articolo scritto per la newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza sulla riforma del codice della crisi di impresa quale opportunità per il controllo di gestione.
Articoli | 15 Dicembre 2017
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È sempre più frequente, negli ultimi tempi, sentire parlare di Controllo di Gestione. È un peccato, viene da dire, che l’attenzione su tale ambito della disciplina aziendale venga posta solo oggi in maniera così significativa e come conseguenza di quanto sarà introdotto dal Legislatore con la Legge n. 155/2017 recante la “Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza”.

Sembra quasi, infatti, che anziché un ordinario strumento di “buona gestione” che tutte le imprese dovrebbero aver già implementato (ciascuna in maniera differente in funzione della complessità e della dimensione del business), il controllo di gestione risulti invece ora un innovativo mezzo attraverso cui applicare le nuove norme  della  Legge.

L’art.14 della Legge n.155/2017 in tema di modifiche al codice civile prevede all’articolo 1 lettera b il “dovere dell’imprenditore e degli organi sociali di istituire assetti organizzativi adeguati per la rilevazione tempestiva della crisi e della perdita della continuità aziendale”. E proprio il controllo di gestione appare essere lo strumento naturalmente deputato a eleggersi a questo ruolo.

Ad ogni buon conto, questa reviviscenza non potrà che fare bene alle impese e proprio la ripartenza dalle basi della gestione aziendale permetterà di raggiungere il risultato cui il Legislatore tende: la precoce emersione dello stato di crisi.

Il controllo di gestione è lo strumento in grado di far suonare i primi campanelli di allerta per la gestione anticipata dei segnali di crisi e quindi il mezzo a disposizione degli imprenditori per accedere a quei benefici premiali che il legislatore chiede al Governo di definire con l’attuazione della delega conferita; è altresì lo strumento attraverso il quale elaborare il piano industriale per la continuità per tutte quelle aziende che, ormai trovandosi in stato d’insolvenza, conservino comunque la possibilità di uscire dalla crisi (opzione peraltro auspicata e verso la quale verrà presumibilmente orientata la stesura della nuova disciplina sulla crisi d’impresa).

Occorre ricordare, innanzi tutto, la funzione di “modello organizzativo” del Controllo di Gestione, il cui fine principale deve essere quello di tradurre l’idea di business e gli obiettivi strategici dell’imprenditore in obiettivi operativi e numerici e quello dell’attribuzione delle responsabilità alle varie funzioni aziendali, con lo scopo di poterne misurare le performance e riscontrare le cause degli scostamenti in tempi rapidi, che consentano al management di assumere gli opportuni provvedimenti.

I benefici per l’imprenditore appaiono dunque evidenti: la possibilità di prevedere ed anticipare gli eventi, e soprattutto i loro effetti, potrà consentire il concretizzarsi di azioni volte ad influenzare gli eventi stessi verso un’evoluzione favorevole all’azienda, riducendo così il rischio di crisi.

Il Controllo di Gestione è a sua volta un sistema di strumenti che devono essere implementati in maniera strutturata e coordinata per poterne ottenere, nel loro complesso, la massima efficacia:

  • il Business Plan, con un orizzonte temporale da tre a cinque anni, ha il compito di tradurre in “numeri” quella che è l’idea imprenditoriale e gli obiettivi strategici che l’imprenditore si pone;
  • il Budget annuale, con il quale si definiscono gli obiettivi operativi di ciascuna funzione aziendale nel breve periodo e vengono assegnate le relative responsabilità;
  • la reportistica periodica, con il compito di verificare gli andamenti periodici e consentire al management di avere feedback in tempi rapidi per assumere le opportune decisioni;
  • il Revised Budget ed il Forecast hanno l’obiettivo di prevedere e verificare gli effetti dei provvedimenti assunti in corso d’opera;
  • la contabilità industriale, con lo scopo di consentire la corretta gestione dei costi e fornire gli elementi necessari alla predisposizione dei precedenti strumenti contabili,

ne sono i principali ed essenziali, seppure non unici, elementi.

Peraltro, solo lo sviluppo integrato del sistema nel suo complesso potrà consentire di migliorare progressivamente la conoscenza del proprio business ed acquisire tutte le informazioni necessarie per affinare le previsioni e fornire tutti gli elementi per poter agire in modo efficace sull’evoluzione dell’azienda.

Oltre alla sistematicità, l’altro elemento essenziale consiste nella tempestività: le scadenze di redazione ed analisi devono essere ben definite e rispettate puntualmente per consentire al management la necessaria reattività rispetto agli scostamenti budget/consuntivo riscontrati.

L’investimento da sostenere non è sicuramente trascurabile, sia per il presumibile ricorso a forze esterne ma anche, e soprattutto, per il necessario impegno richiesto alle risorse umane interne; a tal fine risulta quindi decisiva la convinzione del management sull’importanza dello strumento: solo così potrà essere sviluppata quella cultura aziendale necessaria alla buona riuscita del progetto, senza la quale è destinato a naufragare.

In conclusione, subordinare l’implementazione del Controllo di Gestione all’assolvimento di un “obbligo di legge”, in particolare in situazioni di crisi, ne farebbe sicuramente perdere il reale significato; tuttavia, il fatto che oggi se ne parli in maniera sempre più frequente, rappresenta un’occasione da non perdere con l’obiettivo di comprendere gli indiscutibili vantaggi che ne derivano per una corretta gestione aziendale ed approfondirne le modalità operative.

 

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