Crisi d’impresa: l’importanza di anticiparla per coglierne le opportunità

Di seguito l'articolo scritto per la newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza sull’importanza di anticipare la crisi di impresa e coglierne le opportunità.
Articoli | 01 Dicembre 2016
Torna alle notizie
Notizie

 

A partire dal 2008 l’economia globale è stata colpita da una crisi profonda che ha interessato l’economia reale mettendo in seria difficoltà il sistema imprenditoriale.

A livello nazionale, ciò si è tradotto in un numero sempre crescente delle domande di concordato preventivo e delle dichiarazioni di fallimento. I dati Cerved indicano, per il secondo trimestre 2016, un aumento delle liquidazioni delle società di capitale (+5,8%), con un incremento nei settori dell’industria (+0,6%) e dei servizi (+8,2%), mentre si registra un lieve calo nell’edilizia (-0,6%).

Le stime per i prossimi anni indicano, per l’Italia, una graduale ripresa, seppur lenta, aprendo nuove opportunità per le imprese in fase di costituzione e per quelle che sono riuscite a superare le difficoltà poste dal contesto economico dell’ultimo decennio.

Una fase che, comunque, si mantiene delicata e che impone alle imprese di prestare particolare attenzione a quei segnali che possono rivelare fenomeni di crisi interna, che spesso sono nascosti e di difficile percezione anche da parte degli stessi imprenditori.

Anche alcune importanti realtà imprenditoriali, riconosciute a livello internazionale quali eccellenze dell’economia italiana, hanno sperimentato, per motivi diversi, una fase di crisi.

Solo per citarne alcune: La Perla, Stefanel, Ospedale San Raffaele, Parmacotto, Zucchi, I Pinco Pallino, Rubinetterie Mamoli, Guru, UnoPiù, Mecatone Uno.

La Perla, storico marchio bolognese fondato nel 1954, specializzato in intimo e corsetteria d’alta gamma, è passata, ad esempio, dal dramma del quasi fallimento al rilancio attraverso una operazione di concordato preventivo che ha permesso l’ingresso di una nuova proprietà, il mantenimento dei posti di lavoro e il risanamento dell’impresa. Allo stesso modo anche il marchio di abiti di alta gamma per bambini, I Pinco Pallino, è sopravvissuto alla crisi attraverso un’operazione di turnaround.

Questi esempi dimostrano come una crisi aziendale, se ben gestita, possa rappresentare un’opportunità e uno strumento di apertura al cambiamento e alla discontinuità. Si tratta di un concetto ancora poco diffuso nel nostro Paese ed è per tale motivo che è fondamentale che le istituzioni – in particolare quelle più vicine al sistema imprenditoriale – si facciano promotrici della diffusione della cultura della crisi presso le imprese locali.

Educare alla gestione della crisi significa, in poche parole, fornire agli imprenditori gli strumenti per riconoscere con anticipo la crisi al fine di mettere in atto, per tempo, azioni che permettano di superarla. In tal modo, si è in grado di assicurare alla realtà economico-territoriale una prospettiva di continuità, generando un impatto positivo in termini di occupazione e di crescita.

I principali ostacoli alla valorizzazione della crisi sono rappresentati dal fattore tempo e dal fattore informazione. Se l’imprenditore non possiede gli strumenti per identificare e gestire la crisi, la sua azienda disperderà valore, non potrà risanarsi e non potrà trovare investitori disposti a scommettere sulla ripartenza; se la crisi è sottaciuta e non identificata, non ci sarà modo, quindi, per attivare l’intervento di risanamento.

La realtà insegna, ad esempio, che i primi segnali di crisi nascono dall’operatività aziendale e sfociano nell’ambito finanziario. La riduzione degli affidamenti da parte delle banche con le cosiddette “richieste di rientro nelle linee affidate”, la mancata corresponsione dei contributi previdenziali e l’accumularsi delle fatture non pagate sono i segni di una crisi finanziaria che si è protratta nel tempo e che spesso coincide con una situazione di difficoltà operativa che non è stata anticipata e a cui non è stato posto rimedio, spesso a causa della mancanza di strumenti di controllo interni e/o del supporto di professionisti.

Per superare la crisi è essenziale che l’impresa disponga di risorse finanziarie (sue o di terzi) e di tempo. Anticipare la crisi significa saper disporre, per tempo e con una strategia pianificata, delle risorse finanziarie prodotte dall’azienda al fine di utilizzarle nell’ambito di un processo di risanamento. Difficilmente le aziende in crisi riescono ad ottenere finanziamenti da parte del sistema bancario a causa della mancanza del merito creditizio dell’impresa; per questo l’azienda in crisi deve operare celermente affinché non disperda il proprio valore e riesca a generare liquidità sufficiente a gestire un processo organizzato di risanamento.

Tra le varie alternative alla risoluzione della crisi, la cessione di un ramo di azienda o dell’intera società a soggetti terzi è uno strumento di continuità della realtà aziendale che permette la sopravvivenza del business e dei posti di lavoro.

Secondo le ultime rilevazioni di Bureau Van Dijk, le operazioni di M&A sono in aumento (81 operazioni registrate nel mese di ottobre per un valore complessivo di oltre 8 miliardi di euro) e la Francia rappresenta il primo Paese acquiror di aziende italiane.

Questa tipologia di operazioni, che nell’ambito della crisi aziendale può essere definita “M&A della crisi” rappresenta un’opportunità non solo per l’impresa (che è in grado di dare continuità all’attività), ma anche per l’acquirente / investitore che ha la possibilità di acquisire un’azienda o una parte di essa a un prezzo ridotto; una realtà che, una volta risanata e liberata dai debiti, potrà tornare a generare valore mantenendo la propria identità.

Per concludere, non resta che attivarsi a vari livelli – istituzionale, imprenditoriale, professionale – per una sensibilizzazione in merito all’importanza di saper anticipare la crisi di impresa e poterla così gestire affinché la stessa possa essere trasformata in uno strumento di creazione di valore.

Torna alle notizie
Cambia colore